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PRETTY LITTLE LIARS, Serie Tv

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Angel Targeryen
view post Posted on 9/1/2012, 17:35






Tratto da una serie di libri di successo — e non riesco a immaginare come non potrebbe — Pretty Little Liars è Gossip Girl che incontra I Know What You Did Last Summer che incontra Desperate Housewives che incontra The Sisterhood of the Traveling Pants che incontra il pedobear con i flashback smarmellati e ipersaturi di Veronica Mars: la vita di cinque amiche è sconvolta quando una di loro scompare in circostanze misteriose; un anno dopo le altre quattro iniziano a ricevere messaggi anonimi da qualcuno che sembra conoscerere i loro più torbidi segreti e che minaccia di riverlarli a tutto il paese. L’autore di questi messaggi non può che essere l’amica scomparsa, l’unica ad essere a conoscenza dei fatti di tutte le altre– PECCATO CHE SIA MORTA!!!
Chi c’è allora dietro tutto questo? Chi minaccia la tranquillità della cittadina di Rosewood? E cos’hanno da nascondere le quattro amiche di così terribile da non potersi semplicemente rivolgere alla polizia come per un comune caso di stalking?
Passo indietro.
Facciamo la conoscenza del gruppetto com’era un anno fa: classico scenario del pigiama party, quattro ragazze acqua e sapone che ridono e scherzano e sono tutte amiche; poi arriva lei, Alison, agghindata come una per cui la vita è una perpetua discoteca pomeridiana, la bitch per eccellenza che porta zizzania: in meno di mezzo minuto sulla scena riesce a terrorizzare le amiche, istigarle all’alcolismo e fare insinuazioni sulle preferenze sessuali di una di loro. Stacco. Alison è scomparsa (?!). Stacco. E’ passato un anno (!!). Le amiche acqua e sapone sono diventate dei troioni e non sono più amiche, l’esperienza di perdere la loro leader spirituale le ha allontanate, ognuna ha preso strade diverse e si apprestano a reincontrarsi solo ora, dopo tanto tempo, per il primo giorno di scuola.
E il bello è che tutto questo succede in tipo 110 secondi. Se in Secret Life of the American Teenager il tempo sembra non passare mai, qui c’è una tale fretta di entrare nel vivo che le cose si muovono alla velocità della luce. Segnatevi questo nome, Lesli Linka Glatter (ah però!): può girarvi un corto con la trama di Guerre Stellari. Un punto per la serie nuova.
E ora vediamo le bitches una per una.

Aria Montgomery — Crazy Bitch
Una fase goth alle spalle (e notare con che serietà viene condannata — da lei stessa e dal vicinato — la scelta di colorarsi due ciuffi di rosa) e un nome che la giustifica per QUALSIASI cosa, velleità da scrittirce (e figurati) comprese; un fratello che potrebbe diventare interessante solo se mi imbocca una fase “Jeremy di Vampire Diaries”, se no assolutamente inutile, madre casalinga e un padre professore universitario che in un flashback dai colori implausibili Aria ha beccato a ciucciarsi la faccia a una sua studentessa — ma lei ha giurato di non dire niente a mamma.
La famiglia ha passato un anno in Islanda, “per riconnettersi”.
Tornata negli Stati Uniti da quaranta minuti, Aria si fionda in un bar e adesca un tipo con un milione di anni più di lei. Il giorno dopo si scopre che il tipo è il suo professore di inglese a scuola. Come il pilot di Grey’s Anatomy, ma con il 90% di possibilità in più di andare in prigione. Il tipo ovviamente sbianca e fa un salto indietro di sette metri, ma l’amore non conosce differenze di età e alla fine si riconciliano con quattro metri di lingua. Durante un funerale.
Segreto inconfessabile: essendo la protagonista, ne esce moralmente immacolata, la sua unica colpa è di essere un troione e amare un uomo più grande. In più c’è la tresca del padre, in cui lei si impegna semplicemente a non fare la spia. Insomma una santa. Aspettate di vedere le altre.
La interpreta: Lucy Hale, una che sul fare “la sorella di” ci ha costruito la carriera — Bionic Woman, Privileged e pure un episodio di HIMYM (era la sorellina di Robin).
Classe 1989, è una di quei mostri che di anni potrebbero dimostrarne tra i 14 e i 24 a seconda di come le metti. Qui ne dimostra 14. Corporatura minuta, 1.57 di altezza e faccia tonda con ancora i residui di quello che chiamano grasso infantile: la scelta di un’attrice con questo fisico come protagonista di una serie il cui succo è “sono tutte troie” la dice lunga su cosa il network abbia individuato come selling point.

Emily Fields
— Lezbitch
E’ la sportivona del gruppo e tanto per rinforzare i luoghi comuni — vediamo se c’è un modo elegante per dirlo — le piace la figa. Ha un madre possessiva e perfezionista che la manda in giro per il quartiere a distribuire cesti di ben arrivati ai nuovi vicini. Fa amicizia con “Maya st. Germain, a.k.a. New girl” e la cosa trasuda ambiguità per mezzo episodio finché alla fine non si decidono a quasi-baciarsi, anche se poi però mette su la faccia di chi negherà tutto fino alla fine dei tempi.
Segreto inconfessabile: immaginate di essere omosessuali in un paese dove avere un ciuffo di capelli rosa è ragione sufficiente per far cambiare marciapiede ai vicini e chiamare un prete esorcista. Alison non solo SA, ma pare che ne abbia anche fatto esperienza diretta.
La interpreta: Shay Mitchell, una sbucata fuori dal nulla.

Spencer Hastings — Old Bitch
La sgobbona del gruppo, il genere di persona che fa i compiti extra, le internship durante le vacanze estive e si veste come un agente immobiliare. Avere un nome da uomo non deve aver facilitato la sua formazione. Soprannominata LA VECCHIA perché mentre le sue amiche sono conciate come delle prostitute di Bangkok lei ha l’aspetto della zia zitella che muore sola in una casa piena di gatti. Ha un rapporto controverso con la sorella maggiore del tipo “lei è una stronza egocentrica ma io mi faccio i suoi ragazzi”: fa la sua mossa anche con quello attuale, un insignificante studente di medicina che ha l’accento inglese a partire dalla seconda scena in cui compare.
Segreto inconfessabile: si fa tutti i fidanzati di sua sorella.
La interpreta: Troian Avery Bellisario. ci vediamo quando riesco a smettere di ridere.

Hanna Marin — Bitchy Bitch
Un anno prima era la ragazza timida e un po’ rotondetta (per quanto si possa essere rotondette in televisione) completamente succube di Alison, morta Alison diventa la nuova Alison. Ha chiaramente un rapporto disfunzionale col cibo, lo si capisce perché ce la fanno vedere in ben quattro scene mentre tocca del cibo ma non lo mangia (da tenere a mente come regola generale: l’unico motivo per cui in tv una ragazza e del cibo sono nella stessa stanza è par far capire allo spettatore che la ragazza col cibo ci ha dei problemi. ironico, vero?), inoltre va in giro con una fiaschetta nella borsa e tacchieggia nei negozi. Per quest’ultima cosa le arrivano addirittura a casa i poliziotti, che la ammanettano e la portano in centrale — sai, ha 16 anni, senza manette c’è il rischio che lasci la contea e poi chi la acciuffa più. Sua madre sistema tutto in modi che avremmo preferito non sapere.
Segreto inconfessabile: qui abbiamo l’imbarazzo della scelta, ma per il momento in cima alla top ten c’è lo shoplifting.
La interpreta: Ashley Benson, attrice trattino modella, classica infanzia raccapricciante passata tra sfilate e concorsi di bellezza costretta da genitori incuranti del fatto che QUESTE COSE LE GUARDANO SOLO I PEDOFILI — la sua pagina su wikipedia è un racconto del terrore. Miliardi di comparse in qualsiasi film o telefilm in cui fosse richiesto canto, ballo, bella presenza e il minimo sindacale di recitazione. Ruoli “consistenti” ne ha avuti un paio: figlia di una delle protagoniste in Eastwick e una cinquantina di episodi dei Giorni della nostra vita.

Alison DiLaurentis — Dead Bitch
Era la leader del gruppo finché la notte di un anno orsono è sparita senza lasciare traccia. Crudele, manipolatrice e tutto il resto del pacchetto della classica “queen bee” da telefilm adolescenziale — chi mai potrebbe voler fare del male a una così, direte voi. L’idea che sia morta aleggia per tutto l’episodio, ma solo alla fine della puntata il suo corpo viene trovato sotto un gazebo. Non si capisce però se il cadavere sia fresco o se il decesso risalga al periodo in cui è scomparsa. Chiaramente, a meno che la serie non mi prenda una piega sovrannaturale alla Twin Peaks (e non vedo perché no), non è lei che manda messaggi minatori alle sua amiche firmandosi “A”, sebbene chiunque li scriva sa cose che solo Alison poteva sapere.
Segreto inconfessabile: “the Jenna thing”, nessun’altra informazione al riguardo.
La interpreta: Sasha Pieterse, la più piccola della cucciolata, classe 1996 (CHE PAURA). Un’infanzia poco meno traumatica della collega Ashley Benson, i suoi genitori forse ci stavano un po’ di più con la testa, però lei ha dovuto frequentare il cast di Heores. Era la bambina col cancro che NON AVEVA PAURA DI UN CAZZO in un episodio della seconda del dottor House che io ho visto doppiato e un milione di anni fa, quindi non ho gli strumenti per giudicare, ma pare che per quel ruolo sia stata a tanto così dal ricevere una candidatura agli Emmy. Aveva otto anni (again, CHE PAURA).

Altre puttane meno importanti

Maya, che si presenta come “Maya st. Germain, a.k.a. New girl” pensando di essere simpatica. Non sa che per questa uscita anche all’episodio venti io la continuerò a chiamarla “Maya st. Germain, a.k.a. New girl”.
Si trasferisce nella vecchia casa della famiglia di Alison, sua madre è una musicista e non c’è mai. Essendo negra fuma erba, mi sembra giusto, e la fa provare a Emily. Millanta un fidanzato a distanza ma non ci mette molto a capire che con Emily si può combinare.
La interpreta: Bianca Lawson. Kendra. Di. Buffy. Nessun errore. Lo dicono i titoli di testa. Lo dicono gli internets. Ho chiesto conferma a tutte le persone che conosco. Ha 32 anni, faceva la 16enne TREDICI ANNI FA e fa la 16enne adesso. In prigione, subito.

Mona. Costituisce l’entourage di Hanna, tipo che taccheggia assieme a lei, ride alle sue battute a altre cose per nulla malate che fate voi donne pur di godere di un po’ di gloria riflessa. Nei flashback è una geek che le ragazze fighe fanno finta di non vedere ma adesso si è rifatta il guardaroba ed è diventata una Bratz — il che è ironico perché l’attrice che la interpreta, Janel Parrish, ha fatto anche il film delle Bratz.
Jenna. Di lei non si sa niente a parte che è cieca. Forse la colpa è di Alison, forse di tutte e cinque le bitches. Di sicuro non corre buon sangue. Si presenta al funerale di Alison nello stupore generale e ha l’aria di chi se la sta proprio godendo.
La interpreta Tammin Sursok, una che ha fatto 163 episodi di Febbre d’amore e 273 dell’australiano (mai trasmesso in Italia) Home and Away. Pretendo una scenata isterica ogni due episodi che compare.
La madre di Aria. In questo episodio si nota a malapena, ma prima o poi farà pure qualcosa, dubito che scritturino Holly Marie Combs per starsene sullo sfondo a bersi le palle del marito fedifrago.

La madre di Hanna. Apparentemente madre amica single molto simpa, è in realtà una donna fredda e distante che vive nel terrore di fare brutta figura coi vicini e non sa dare amore alla figlia ma solo soldi per comprare, e qui cito, “tutto quello che le serve per essere popolare”. Per far cadere le accuse di taccheggio che il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha mosso contro Hanna si scopa il detective che segue il caso e se questa non è dedizione ditemi voi cosa deve fare una per essere una buona madre.
Laura Leighton ci regala un’interpretazione che si aggiudica a mani basse il tiolo di Julie Cooper di questa generazione.

Se lo scopo di un pilot è farti venire l’acquolina in bocca, raramente ne ho visti di così ben fatti: 40 minuti con gli occhi spalancati, l’espressione da non ci posso credere e il vago sospetto di essere seduto su una miniera d’oro. Questa roba o dura cinque stagioni o finisco tutti in prigione subito.

coefficente To Catch a Predator Con tre protagoniste su cinque che hanno stampato in fronte jailbait, questa serie ha ottime possibilità di trasformarsi in un episodio di Law & Order: Special Victim Unit. Nel solo pilot totalizziamo due professori che se la fanno con le proprie allieve (d’accordo nel caso del padre di Aria siamo oltre l’età del consenso, ma non mi sembra comunque una cosa da applausi) e uno studente di medicina (in America la med school si fa una volta finito il college, quindi parliamo di uno che ha minimo 23 anni) che fa massaggi sensuali a una ragazzina del liceo. Si segnalano poi i titoli di testa, sulle note della kitchissima Secret delle Pierces (me la ricordo perché l’avevo sentita anche in un episodio di Gossip Girl — non sarà difficile capire quale, mi ricordo che la suonavano durante una festa a tema) un capolavoro di pedo-necro-feticismo in cui la telecamera si sofferma audacemente su dettagli di mani, labbra e piedi (e qui ho avuto veramente I BRIVIDI) di una BAMBINA MORTA.
Fermo restando, comunque, che sono sempre le bambine che seducono gli adulti quindi va bene.
coefficiente zoccola La protagonista si fa sbattere da uno che conosce da TRE MINUTI nel cesso di un bar; Sydney Andrews si scopa un poliziotto per evitare la galera alla figlia (che ricordiamo, ha rubato un paio di occhiali da sole al centro commerciale, quindi come minimo l’ergastolo coi lavori forzati nelle miniere di carbone); La Vecchia si fa tutti i ragazzi della sorella; La Morta non fa nulla ma ha una faccia che quando era viva doveva darla come se fosse al trancio (e se i prossimi episodi non mi danno ragione chi fa questa serie non ha capito niente) e pure la figlia di Sydney Andrews è sulla buona strada.
Chiaro che per nessuna di queste cose c’è la galera (beh, forse scoparsi il poliziotto, mi devo informare), ma siamo d’accordo che nei telefilm normali c’è un personaggio che ha i costumi un po’ facili e quella è la sua caratterizzazione: questo è il primo che vedo ogni personaggio femminile è una diversa sfumatura del ruolo della zoccola.
coefficiente morbosità Una delle protagoniste è omosessuale — che quando sono due maschi è tragico e serissimo, quando sono due femmine c’è sempre quel retrogusto da cosa un po’ porca e io spero vivamente che PLL rispetti le regole del genere — e un’altra da sola colleziona shoplifting, bulimia, alcolismo, padre mascalzone e madre vacca. Inoltre. E’ chiaro a tutti che l’intera serie ruota attorno a una bambina morta?
Se la maggior parte dei teen drama parlano parlano e non concludono niente, Pretty Little Liars promette 100 e mantiene 110. Pilot enorme, più che abbondante, girato con mano ferma, senza acrobazie stilistiche o narrative, tutto in funzione di una storia che non prevede cali d’attenzione, né li tollera, e infila un colpo di genio dietro l’altro. Prendete il finale: siamo lì in chiesa a dare l’estremo saluto all’amica scomparsa un anno fa, il classico momento di raccoglimento in cui i personaggi stanno zitti e riflettono e BAM! alla protagonista suona il cellulare. Torna il silenzio, i presenti ricominciano a raccogliersi e BAM! entra in scena UNA CIECA RANCOROSA!

( serialmente.com )
 
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